Otturazioni in amalgama d’argento. Mi devo preoccupare?

Novembre 24, 2024by F.A.Q.0
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OTTURAZIONI IN AMALGAMA D’ARGENTO. MI DEVO PREOCCUPARE?

Le otturazioni metalliche realizzate con un composto chiamato amalgama d’argento erano lo standard fino a pochi anni fa. Il temine «amalgama» indica genericamente la “fusione di elementi eterogenei o contrastanti in un’unica entità o in un effetto o funzione d’insieme”.

Le otturazioni con misture metalliche hanno origini antichissime. Se ne parla per la cura dell’Imperatore in Cina durante la dinastia Tang (ca. 600 DC).

Nel XIII secolo in Francia il padre della moderna odontoiatria Pierre Fauchard, realizzava otturazioni in piombo, sfruttando la sua grande malleabilità. Forse nasce da questo il termine piombatura. Le otturazioni in piombo, tuttavia, duravano poco. Il materiale fu rapidamente scartato quando si scoprì che è velenoso.

Lo sviluppo dell’amalgama d’argento moderna

Joseph Bell, un celebre chimico Britannico, sviluppò la prima amalgama d’argento nel 1819. Prese il nome di mastice di Bell.

Edward Crawcour e suo nipote Moses la introdussero nel continente nordamericano nel 1833, sotto nome di “Royal Mineral Succedaneum”.

I Crawcour, grazie a una efficace pubblicità, accumularono rapidamente una fortuna. Eseguirono otturazioni a moltissimi Americani (almeno metà della popolazione di New York). Incassarono circa 60.000 dollari, equivalenti a quasi due milioni odierni. Tuttavia, le otturazioni dei Crawcour erano poco affidabili a causa di una tecnica non attenta. Questo generò una pessima reputazione per l’amalgama d’argento.

I Crawcour furono costretti a fuggire (con il malloppo) quando dei dentisti Americani scoprirono che il composto conteneva mercurio. La American Society of Dental Surgeons dichiarò guerra all’uso dell’amalgama e chiese a tutti i membri d’impegnarsi a non usarla firmando un documento chiamato Amalgam Pledge. Coloro che si rifiutarono di firmare furono espulsi.

Nel 1896, G.V. Black condusse uno studio sistematico delle proprietà e della manipolazione appropriata dell’amalgama e della sua relazione con la preparazione della cavità. Da allora l’amalgama d’argento divenne progressivamente un materiale da restauro affidabile.

I dubbi sulla tossicità delle otturazioni in amalgama d’argento

Nel corso degli anni molti medici hanno sollevato dubbi sulla tossicità dell’amalgama d’argento, mettendo in dubbio le direttive ufficiali delle varie organizzazioni governative e sanitarie. In sostanza, le organizzazioni ufficiali consideravano ancora inattendibili gli studi scientifici emergenti sulla tossicità del materiali.

Nel mondo, alcuni importanti servizi giornalistici suscitarono grande clamore, portando il problema all’attenzione del grande pubblico. In Italia, il merito va in primis ad un famoso servizio di Report del 1997, seguito da una seconda puntata ancora più interessante. Anche Le Iene si sono spesso occupate dell’argomento.

Tutto questa mobilitazione dei media e dell’opinione pubblica ha spinto le istituzioni Europee a prende provvedimenti contro l’amalgama d’argento.

La dimostrazione scientifica della tossicità delle otturazioni in amalgama d’argento

Le principali fonti di mercurio nell’uomo sono le amalgame dentali e la catena alimentare. Il costante rilascio di mercurio e la sua presenza nella saliva, nonché il consumo aggiuntivo di pesce e prodotti ittici contaminati, costituiscono un rischio grave per l’uomo. Sebbene gran parte del mercurio dannoso venga escreto, parte di esso viene accumulato e biotrasformato in composti organomercuriali (metilmercurio). Questi raggiungono il cervello, dove possono persistere per anni. Altri organi bersaglio sono i reni, le ghiandole esocrine, il fegato, il tratto gastrointestinale. A causa di tale esposizione acuta o cronica, molte condizioni patologiche sono state attribuite alla tossicità del mercurio.

Un recente studio autoptico, dimostra che gli individui con più di 12 otturazioni in amalgama hanno livelli di mercurio più di 10 volte superiori in diversi tessuti, incluso il cervello, rispetto agli individui con solo 0-3 otturazioni in amalgama. Inoltre, il livello medio di mercurio nel cervello dei cittadini dell’UE con più di 12 otturazioni in amalgama era di 300 ng (nanogrammi) per grammo di tessuto cerebrale, che è ben al di sopra dei livelli di mercurio che sono tossici in vitro sui neuroni (0,02 -36 ng Hg/g).

Il Morbo di Alzheimer e il caso Germania

Circa il 20% delle persone nella fascia di età di 20 anni, il 50% delle persone nella fascia di età di 50 anni e il 90% delle persone nella fascia di età di 85 anni che vivono in Germania mostrano alterazioni patologiche nel cervello che sono tipiche per Morbo di Alzheimer e tossicità da mercurio. Questa incidenza dei cambiamenti patologici cerebrali causati da livelli (molto bassi) di mercurio negli esperimenti è simile alla percentuale di Tedeschi con otturazioni in amalgama (circa l’80-90% negli anziani). Il 30-50% dei tedeschi di età superiore agli 85 anni ha il morbo di Alzheimer (AD) e ci sono molti indizi che il mercurio svolga il ruolo patogenetico principale nell’Alzheimer.

Le otturazioni in amalgama d’argento e la tossicità renale

Una recente revisione della letteratura scientifica disponibile, che raccoglie i dati di diversi studi randomizzati susseguitesi negli anni, dimostra la tossicità dell’amalgama sulla funzione renale. Questa problematica è particolarmente evidente nei bambini.

I risultati di questa revisione concordano con le raccomandazioni della Convenzione di Minamata adottate dalla World Dental Federation (FDI) nel 2018 secondo cui i restauri in amalgama non dovrebbero essere utilizzati per il trattamento della carie ove siano disponibili altri materiali da restauro adatti, soprattutto nei pazienti giovani.

L’amalgama d’argento e la gravidanza

Vista la tossicità cerebrale e renale, è del tutto evidente che fare (o rimuovere senza le dovute accortezze) otturazioni in amalgama in una donna in attesa è sconsigliato. Un recente studio scientifico mette addirittura in relazione la presenza di un numero elevato di ricostruzioni in amalgama nella gestante con la morte perinatale del nascituro.

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